Esistono diverse tipologie di marchio, ognuno dei quali racconta qual è stata la “prima vita” delle plastiche che compongono il manufatto certificato.
Le tipologie del
Marchio PSV
Esistono diverse tipologie di marchio, ognuno dei quali racconta qual è stata la “prima vita” delle plastiche che compongono il manufatto certificato.
Le tipologie del
Marchio PSV
Marchio PSV
Esistono diverse tipologie di marchio, ognuno dei quali racconta qual è stata la “prima vita” delle plastiche che compongono il manufatto certificato.
Marchio PSV
Esistono diverse tipologie di marchio, ognuno dei quali racconta qual è stata la “prima vita” delle plastiche che compongono il manufatto certificato.
PSV da raccolta differenziata: per materiali e prodotti dal 30 al 100% polimeri derivati da raccolta differenziata le cui specifiche sono definite dal DM 203/03 sugli Acquisti Pubblici Verdi (GPP) nonché dalla circolare del Ministero dell’Ambiente 4 agosto 2004. Per le sole materie prime post-consumo è richiesta la conformità alle norme UNI della serie 10667 come applicabili.
PSV da scarto industriale: per materiali e prodotti derivati da rifiuti industriali nelle stesse percentuali previste per il marchio PSV da raccolta differenziata (30-100%). Per le sole materie prime seconde pre-consumo è richiesta la conformità alle norme UNI della serie 10667 come applicabili.
PSV Mix Eco: per materiali e prodotti ottenuti da miscele di materiali derivanti da raccolta differenziata e/o da scarto industriale che rispettino un contenuto di materie plastiche da riciclo nella misura minima del 5%.
PSV Food: per materiali e oggetti destinati al contatto con alimenti.
Il Marchio “,PSV Food” è rilasciato nei seguenti casi:
- materie plastiche pre-consumo e/o post-consumo e manufatti realizzati con tali materie
- manufatti in cui la plastica riciclata pre-consumo e/o post-consumo e utilizzata dietro una barriera funzionale.
PSV Bag: certifica il contenuto e la rintracciabilità di plastica riciclata nelle borse riutilizzabili
PSV Sottoprodotto: Certifica materiali plastici gestiti come sottoprodotti (ossia residui, sfridi e scarti industriali plastici pre-consumo derivanti sia dalla produzione, sia dalla trasformazione dei polimeri, effettivamente utilizzati nel corso dello stesso o di un successivo processo di lavorazione delle materie plastiche da parte del produttore o di terzi, senza ulteriori trattamenti diversi dalla normale pratica industriale, poiché già rispondenti ai requisiti merceologici del settore, per ulteriori attività di produzione/trasformazione delle materie plastiche) e/o materiali e/o semilavorati e/o manufatti realizzati con sottoprodotti.
Contenuto minimo di sottoprodotto ≥ 5%
È fatta salva la possibilità di riduzione di tale percentuale previa autorizzazione da parte di IPPR in presenza di specifiche disposizioni tecniche o normative.
Si intende quale pre-requisito inderogabile per la certificazione il rispetto di quanto previsto all’ art. 184 bis del dlgs 152/2006.