Ilpa è un piccolo fiore all’occhiello del packaging made in Italy: lo ha affermato Il Sole 24 Ore in un articolo dedicato alle attività integrate, portate avanti dall’azienda modenese, nel settore degli imballaggi in plastica.
Ilpa, nata 52 anni fa grazie ad Augusto Giuseppe Pianesani, è riuscita a costruire un ciclo produttivo sostenibile e diventato simbolo di eccellenza. L’azienda è oggi guidata dal figlio del fondatore, Roberto, e ha tre sedi: due in Valsamoggia, a Bazzano (dove si trovano le divisioni Ilip e Mp3), e un’altra – l’Amp recycling – vicino Ferrara. Il fatturato complessivo del gruppo nel 2016 ammonta a 200 milioni di euro, dato in linea con quello dell’anno precedente.
“L’azienda è nata in una zona a forte vocazione agricola e il primo contatto è stato proprio con le materie plastiche destinate agli imballaggi dell’ortofrutta“, spiega Riccardo Pianesani a Il Sole 24 Ore.
La chiave di volta per il successo di Ilip è nata nell’investimento sulla produzione di imballaggi per alimenti e stoviglie. E qui entra in gioco Mp3: “Con questo brand Ilip è entrata nel business dei semilavorati destinati all’industria del packaging e dei beni durevoli”. Con l’acquisizione del sito di Ferrara (Amp recycling) il gruppo ha integrato le sue attività con il riciclo della plastica.
Come spiega Pianesani, oggi Ilip è una delle rare aziende in grado di “gestire un ciclo che parte dal rifiuto e arriva al prodotto finito, portando sul mercato un imballaggio fatto con materiali provenienti dalla raccolta differenziata”.
Ilip si è resa una realtà sostenibile grazie a tre fattori. In primo luogo, il riciclo. Poi, l’alleggerimento. Infine, il contributo alla riduzione dello spreco alimentare. “La perdita di un alimento ha un impatto sull’ambiente molto più forte di quella che può avere il suo imballaggio e proprio per questo le soluzioni che consentono di estendere e migliorare il mantenimento del cibo rappresentano la nuova frontiera del packaging”, spiega Pianesani.
Nel 2016 Ilpa ha visto aumentare il volume complessivo dell’attività e oggi l’azienda guarda avanti con molto ottimismo. Durante gli anni della crisi, Ilpa ha puntato sulla differenziazione dei mercati esteri. Ma non solo. L’azienda ha anche investito nell’innovazione: “Non facciamo ricerca pura”, spiega Pianesani “in un’azienda come la nostra si individuano dei bisogni e poi si cerca di costruire le soluzioni che possono essere di frontiera”.