IPPR contro l’uso illecito del marchio Plastica Seconda Vita

Già nell’edizione di luglio 2017 della nostra newsletter avevamo raccomandato di chiedere sempre il certificato di conformità come prova di autenticità dei prodotti marchiati Plastica Seconda Vita. E forse non avevamo sbagliato, dal momento che negli ultimi mesi abbiamo rilevato numerosi casi di utilizzo illecito del logo PSV (marchio registrato e quindi protetto dalle leggi nazionali e internazionali)  da parte di aziende che non avevano mai richiesto e ottenuto, a seguito dell’iter di certificazione, la licenza d’uso del suddetto marchio, o per le quali la stessa era decaduta.  

Segno, certo, dell’utilità e appetibilità di PSV per gli operatori del settore, ma in ogni caso pratica illecita che IPPR intende contrastare, a difesa e tutela delle aziende effettivamente licenziatarie, che da anni investono risorse e impegno per rispettare le regole – sottoponendosi annualmente alle verifiche ispettive da parte degli organismi di certificazione – ed essere in grado di offrire oltre 2000 prodotti certificati realizzati con materie plastiche riciclate.  

Per questo nelle scorse settimane IPPR ha fatto recapitare, tramite i propri legali, lettere di diffida dall’uso non autorizzato del marchio Plastica Seconda Vita a tutte quelle aziende non licenziatarie delle quali sono stati reperiti prodotti, cataloghi, siti internet riportanti indebitamente il logo PSV.

Ricordiamo che tutti i prodotti certificati Plastica Seconda Vita sono riportati nel Repertorio reperibile nella sezione dedicata del portale www.ippr.it, corredati di immagini e informazioni salienti, ivi compreso il contenuto di riciclato calcolato con il bilancio di massa secondo quanto previsto dalla norma ISO 14021.