Nel 2023 il consumo di termoplastiche vergini si è attestato su 5 milioni di tonnellate, con una flessione di sei punti rispetto all’anno precedente, arrivando così a toccare il minimo storico degli ultimi trent’anni. Questo emerge dallo studio congiunturale di Plastic Consult confermando il trend di diminuzione del consumo di materie plastiche vergini in Italia.
Per un quadro completo della situazione, bisognerà però aspettare i dati sui consumi di materie plastiche riciclate, da anni in crescita, che verrà divulgato nei prossimi mesi.
La concorrenza dei riciclati
I ricercatori hanno identificato una delle cause del calo dei consumi di plastiche vergini nella graduale crescita dei consumi di polimeri riciclati, che si verifica soprattutto al comparto degli imballaggi. La situazione potrebbe subire un’ulteriore accelerazione con l’entrata in vigore della Plastic Tax, attualmente prevista (salvo rinvii) il 1° luglio 2024.
Nel prossimo biennio si attende un’ulteriore riduzione dei consumi di termoplastiche vergini, accentuata soprattutto nel 2024, mentre a partire dal 2025, nel quale è probabile una ripresa generale dell’economia continentale, ci si può attendere una relativa stabilizzazione.
L’andamento del 2023
“Fin dall’inizio del 2023 si è registrata una sensibile contrazione dei consumi anche in ragione degli elevatissimi livelli di inflazione” spiega il direttore di Plastic Consult, Paolo Arcelli.
Tutti i diversi polimeri termoplastici hanno registrato una marcata traiettoria discendente rispetto ai discreti livelli registrati nella prima metà 2022, con alcuni segmenti chiave del settore imballaggi particolarmente colpiti.
Inoltre, il contributo che l’edilizia aveva portato ai consumi nel biennio precedente, è venuto progressivamente a ridursi.
Per quanto riguarda la ripartizione dei consumi tra le principali applicazioni, l’imballaggio ha rallentato l’espansione e si è stabilizzato intorno al 50%.
L’unico settore nel quale si è registrato un aumento dei consumi è quello dei trasporti, con un recupero della produzione nazionale di autoveicoli, mentre diversi altri segmenti, quali il mobile, l’arredo e gli elettrodomestici, hanno evidenziato persistenti difficoltà.
Nel 2024 continuerà l’erosione dei riciclati
Plastic Consult ha identificato alcuni fattori che continueranno a frenane la ripresa della domanda di materie plastiche anche nel 2024: dall’incertezza sull’andamento dei consumi finali, alla riduzione della produzione industriale nell’eurozona, che continua a perdere competitività a livello globale a causa dei costi produttivi elevati, fino alla debolezza del comparto edile, dopo il picco raggiunto nel biennio 2021-2022.
Verso un futuro più sostenibile
Nell’ottica di rendere i nostri consumi sempre più sostenibili, il momento di transizione che stiamo affrontando si rivela fondamentale per arrivare preparati al momento in cui i consumi risaliranno e l’Italia sarà pronta a fronteggiarli attraverso un sempre maggiore utilizzo delle plastiche riciclate.
IPPR, l’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo
nato per volontà di Unionplast, Plasticseurope Italia e Corepla, ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta nell’ambito delle plastiche da riciclo, sia tra aziende private sia tra aziende e Pubblica Amministrazione. Lo fa dal 2004, quando di economia circolare ancora non si parlava.
IPPR ha sviluppato un’expertise di assoluto livello in Italia e in Europa che le consente di certificare con il marchio “Plastica Seconda Vita” i materiali e i manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici. Ad oggi sono poco meno di 8.000 i prodotti certificati da IPPR