Durante l’evento del 10 giugno “La certificazione Plastica Seconda Vita: opportunità e potenzialità alla luce del collegato ambientale” tra i relatori ci sarà anche Gabriele Picchi di Barilla. La multinazionale italiana tra i leader nel settore alimentare ha infatti incrociato la sua strada con la filosofia Plastica Seconda Vita e porterà avanti un progetto capace di riconvertire i propri rifiuti in ricchezza.
Luca Fernando Ruini, Responsabile Sicurezza, Ambiente, Energia di Barilla, ci racconta la visione di Barilla su sostenibilità e riciclo.
Come valutate il progetto Plastica Seconda Vita?
È un’iniziativa interessante: riuscire ad avere un interlocutore capace di individuare produttori che lavorano con la plastica riciclata semplifica la nostra ricerca di possibili fornitori. Avvieremo un progetto con COREPLA in cui classificheremo le materie prime secondarie che è possibile ricavare dai materiali di imballaggio presenti nella raccolta differenziata per sapere come riutilizzarlo, grazie all’aiuto di IPPR. Sono al vaglio due alternative: costruire espositori con materie plastiche riciclate da mettere nei punti vendita o pensare a oggetti destinati ai consumatori.
Qual è secondo voi la criticità più forte oggi nella sfida alla sostenibilità?
Siamo un’azienda alimentare quindi l’impatto ambientale di ciò che mangiamo e di come viene prodotto sono le due sfide. Possiamo scegliere cosa mangiare e questo ha un impatto rilevante sul pianeta. Dall’altra parte c’è l’aspetto produttivo: l’agricoltura sostenibile è impattata dai cambiamenti climatici, ma può anche essere una soluzione a questi problemi.
Cosa fate per affrontare questa criticità?
Abbiamo avviato una produzione sostenibile di grano duro in Italia, che oggi equivale al 30% del grano utilizzato nei nostri stabilimenti.