Il Collegato Ambientale è un provvedimento che dal 2 febbraio 2016 ha introdotto importante novità per il Green Public Procurement, anche in riferimento al Codice degli appalti. Infatti la legge n. 221/2015, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, nota anche come Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità del 2014, pubblicata sulla G.U. n. 13 del 18 gennaio 2016, porta la green economy al centro degli appalti pubblici. E ci sono aziende italiane specializzate nella produzione a partire da materiali di riciclo pronte a rispondere. Una su tutte, la Ecoplen S.r.l..
Diventa obbligatorio per la pubblica amministrazione l’inserimento dei criteri ambientali minimi per l’acquisto di alcune categorie di beni e servizi. Si diffonde così un nuovo approccio nell’acquisto pubblico, basato sulla sostenibilità ambientale, in grado di promuovere l’uso razionale delle risorse.
Le Pubbliche Amministrazioni non sono rimaste a guardare. La prima Regione ad approvare un piano di attuazione del Green Public Procurement è il Veneto, il cui vicepresidente Gianluca Forcolin ha fatto notare che l’adozione di questo piano nella sua regione ha addirittura preceduto l’entrata in vigore delle nuove norme a favore della “green economy” previste dal Collegato Ambientale.
Alla chiamata risponde con i propri prodotti Ecoplen, azienda pugliese associata a IPPR.
L’applicazione del Green Public Procurement ben si coniuga, infatti, con le attività di Ecoplen. L’azienda si è specializzata nella produzione di imballaggi (taniche, contenitori, flaconi) in polietilene riciclato nel settore del soffiaggio di materie plastiche, dando vita a un vero ciclo virtuoso produttivo. Dal rifiuto post-consumo, l’azienda realizza nuovi prodotti e materiali in plastica dall’anima green e dal design innovativo e attraente.
Ecoplen, inoltre, ha ottenuto per i suoi prodotti realizzati con non meno del 70% di plastica riciclata post consumo, l’omologa da parte del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il trasporto di merci pericolose
Le taniche in plastica proposte dall’azienda hanno una capacità che va dai 5 ai 25 litri. Hanno un’elevata resistenza grazie alla coestrusione in tre strati di polietilene con almeno del 70% di RILENE® (polietilene riciclato) contenuto fra due stratificazioni di polimero vergine. Inoltre l’azienda ha anche voluto premiare il prodotto con una particolare attenzione al design, realizzando taniche in diversi colori.
Alla base di questo prodotto c’è il RILENE®, una materia prima seconda ottenuta dal recupero di scarti post-consumo in una miscelazione messa a punto da Ecodesign S.r.l. ed utilizzata in esclusiva da Ecoplen per i suoi prodotti. I materiali rigenerati non sono facili da lavorare nella produzione degli articoli tecnici a causa della loro disomogeneità. Ma il RILENE® rimuove questo ostacolo: resta omogeneo e per questo adatto all’utilizzo massimo nella produzione.
Non utilizzare polimeri vergini e quindi sfuggire agli andamenti del mercato petrolifero, garantisce alla Ecoplen la possibilità di partecipare al ciclo virtuoso dell’economia circolare, chiudendo un percorso che dall’utilizzo di materie plastiche passa per il rifiuto-riciclo e dà quindi una nuova vita alla plastica, dimostrando così di poter fare business rispettando l’ambiente.