Tutto ciò che contiene la parola “bio” ispira fiducia: da biologico a bioplastiche. Tuttavia gli esperti iniziano a smontare questo mito. Jacqueline McGlade, capo dei ricercatori UNEP, l’agenzia dell’ONU dedicata all’ambiente, ha dichiarato che la plastica biodegradabile “è piena di buone intenzioni, ma è sbagliata”.
Nell’intervista concessa al Guardian in occasione dell’Assemblea Onu dell’Ambiente a Nairobi, Jacqueline McGlade ha messo il dito su uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori delle plastiche biodegradabili: la decomposizione. “Tanta plastica etichettata come biodegradabile, come i sacchetti per la spesa, si dissolve soltanto a temperature di 50 gradi, temperatura non raggiungibile negli oceani”.
Inoltre, altra criticità, la plastica biodegradabile non galleggia. “Affondando, il materiale non è esposto ai raggi UV, che dovrebbero decomporlo”.
Per la ricercatrice delle Nazioni Unite la soluzione migliore per ridurre o eliminare l’inquinamento da plastica sono la raccolta differenziata e il riciclaggio, soprattutto nei paesi poveri.
McGlade ha spiegato che alcune delle sostanze che vengono aggiunte alla plastica per renderla biodegradabile la rendono poi più difficile da riciclare. La plastica biodegradabile si appoggia a una tecnologia ancora acerba e non ancora in grado di offrire vantaggi in termini di riciclo, smaltimento, igiene, sicurezza e costo, garantiti invece dalla plastica tradizionale, come ha dimostrato lo Studio LCA del Gruppo PRO.MO.
«Fino ad oggi la plastica tradizionale è stata preda del sensazionalismo, spesso anche a livello istituzionale», spiega Angelo Bonsignori, Presidente di IPPR – Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo. «Noi di IPPR preferiamo che a parlare siano la ricerca e la tecnologia: sono loro che accompagnano la crescita economica e il progresso scientifico».
«E poi ci sono i “fatti”», continua Bonsignori «Nel 2015 in Italia, IPPR aveva certificato col suo Marchio Plastica Seconda Vita circa 1500 manufatti realizzati con elevate percentuali o addirittura col 100% di plastiche provenienti dalla raccolta differenziata. Il nostro impegno è tutti i giorni mirato ad evitare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente per creare nuovi prodotti per i cittadini che hanno contribuito alla corretta raccolta differenziata. Qualunque sia l’origine di un materiale, abbandonarlo – in terra o in mare – è un delitto. Quindi a fare la differenza non sono i “miracoli” tecnologici, ma ancora e solo il senso civico».
Per senso civico s’intende soprattutto il corretto smaltimento dei rifiuti in plastica: non disperderli nell’ambiente, ma conferirli negli appositi contenitori è il primo passo per avviare un circolo virtuoso e assicurare una seconda vita alla plastica, che da rifiuto diventa risorsa e non minaccia per l’ambiente.