Una rivoluzione chiamata PET: il caso Socojars

Dopo molti anni, grazie alle attività di raccolta differenziata e riciclo delle bottiglie in PET, è stato possibile evitare la costruzione di 42 discariche, risparmiando al tempo stesso circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Il riciclo di questo materiale contribuisce a dare un concreto contributo all’economia verde del nostro Paese, riducendo l’impatto ambientale della plastica prodotta dall’industria del beverage, oltre a generare indotto e occupazione.

Il PET (PoliEtileneTereftalato) è uno dei materiali più utilizzati per confezionare bottiglie di plastica perché leggero, resistente e riciclabile al 100%. Nell’industria delle acque minerali per esempio  il packaging è fondamentale e richiede l’utilizzo di materiali in grado di proteggere la qualità, la purezza e le proprietà distintive originarie dell’acqua minerale. Attraverso la raccolta e il riciclo inoltre, il PET può essere trasformato in vari tipi di risorse riutilizzabili: pile, rivestimenti per automobili, pannelli isolanti e, dal 2010, anche in nuove bottiglie per l’acqua minerale in R-PET food grade (PET riciclato idoneo al contatto con gli alimenti).

Secondo le ricerche condotte in questo campo la raccolta-riciclo del PET ha dato benefici all’Italia per 1,2 miliardi di euro. In particolare sono cresciuti i servizi di raccolta differenziata, le attività logistiche e i processi di selezione e riciclo. Tutto questo ha generato la nascita e lo sviluppo di aziende specializzate, formando un tessuto di piccole e medie imprese e contribuendo allo sviluppo di un’economia green.

La versatilità del PET, la capacità di migliorare i trasporti, di garantire la conservazione e l’igiene dei cibi, nonché di essere un materiale facilmente riciclabile ha spinto Marco Petrelli a pensare e  mettere a punto Socojars. Si tratta di una materia plastica innovativa che sta rivoluzionando il packaging alimentare, portando alla definitiva sostituzione del vetro nel settore del beverage.

Socojars è già presente nei settori delle confetture, dello yogurt, dei sughi pronti, dei gelati confezionati e del ketchup e mira ai due grandi mercati dei prodotti pastorizzati: le passate di pomodoro e gli omogeneizzati.

Socojars supera alcuni dei limiti attuali, garantendo un’adeguata barriera all’ossigeno che permette la corretta conservazione e scadenza dei prodotti, la necessaria resistenza termica per la lavorazione nelle attuali linee di riempimento delle aziende, la possibilità di utilizzare le stesse macchine riempitrici ed evitare costosi cambi di attrezzature.

Tra le aziende che hanno scelto questo packaging ce n’è una, operativa in Turchia, che produce oltre 100 milioni di bottiglie di ketchup all’anno. Al momento Socojars è stato impiegato per 15 milioni di bottiglie, 3 milioni di vasetti di gelato e 2 milioni di vasi di mostarda.